Come si chiamano le tette nei vari dialetti ?
La lingua italiana è bella perché è varia. Da regione a regione infatti, i modi di dire cambiano, e, nella terra dove è bello far l’amore da Trieste in giù, come diceva la mitica Raffaella Carrà, i modi di esprimere l’amore per le parti del corpo femminili cambiano di regione in regione.
Andiamo quindi a vedere come rivolgersi a una siciliana o a una friulana per convincerla a mostrarti le tette, o meglio il pet o le minne.
Perché tanti modi per dire la stessa cosa?
In Italia esistono diversi modi per dire tette e figa e per esprimere le parole del sesso in generale. Questo perché i vari tabù e le difficoltà di parlare apertamente dell’organo genitale femminile in pubblico hanno fatto sì che si venissero a creare tanti modi diversi di parlare di sesso e degli organi che per primi stimolano l’eccitazione maschile. Alcuni di questi modi ne indicano in maniera allegorica la forma, altri sono fatti apposta per celare l’elemento nella conversazione per via dei tanti tabù su sesso e coito.
Il dizionario legato al sesso e agli organi sessuali è diventato nel tempo tra i più vari, fatto di eufemismi e di usi dialettali che si tramandano di generazione in generazione come una sapienza segreta volgare e dialettale ma anche divertente. La parola tetta ha per esempio un’origine onomatopeica, che ricorda infatti il rumore che si si fa quando si succhia; inoltre, tetta risale alla più antica titta del XIV secolo. Non dimentichiamoci che le parole tette e figa hanno sviluppato una ricchezza linguistica enorme proprio perché si tratta di organi di piacere sessuale, intriganti, coinvolgenti e irresistibili.
Devi sapere inoltre che a partire da “tette” che è un termine un po' colloquiale, la Treccani ci parla anche di poppe e mammelle. La parola tetta viene da titta ed è onomatopeica perché riproduce il suono del succhiare e risale al XIV sec.
Immaginiamo adesso di parlare con una bella ragazza in cam, magari è ancora vestita e vogliamo suggerirle di mostrarci il seno, oppure il fondoschiena… Ognuno di noi avrà i propri modi, vezzeggiativi o dialettali, per chiedere di entrare più in intimità. Ma come fare per capirsi, allora? Forse ci serve un vero e proprio dizionario regionale delle tette e della figa!
Ma avevamo detto che questa guida doveva esserti utile. Andiamo quindi a vedere come puoi dire a una ragazza in webcam che hai proprio voglia di vedere le sue tette e la sua figa facendo anche una bella figura.
I modi di dire tette in Italia

Il seno di una donna ha qualcosa di poetico a guardarlo bene, e anche a nominarlo. Da oggi saprai quanto contano le parole anche durante il sesso. Per esempio, se la tua bella viene dalla Sicilia e dalla Calabria potrai usare il termine minne per convincerla a mostrarti la mercanzia. Se avesse invece origini liguri potresti parlare di bocce, in Emilia invece si dice sise, che è un termine molto delicato, mentre nel Lazio vai sul sicuro e parla di zinne.
Al nord Italia troviamo le tette in Veneto e semplicemente il sen in Friuli e in Val d’Aosta. Se invece la tipa è originaria della Lombardia ti capirà meglio se dirai tèta. In centro Italia, le poppe della Toscana diventano invece le pocce nelle Marche e in Umbria. In Campania e in Puglia vai sul sicuro con le classiche e conosciute zizze.
- Val d’Aosta : Il dialetto valdostano, stretto e serrato, usa una parola di tre lettere, molto sobria: sen.
- Piemonte : A Torino, per dire a una ragazza che ha un bel seno si dice che ha delle belle pupe.
- Liguria : I liguri hanno la fama di spilorci, ma non si risparmiano mai davanti a una live cam e vogliono sempre vedere le bocce.
- Lombardia : Per i polentoni di Milano, la figa è sempre la figa, ma le poppe si chiamano tete.
- Trentino : Qui il freddo e l’influenza teutonica si fanno sentire, ci vorrebbero un bel paio di sboze per riscaldare l’atmosfera.
- Friuli : Qui c’è il mare, ma pure le montagne e la neve come in Val d’Aosta: anche qui le tette vengono chiamate sen.
- Veneto : I simpatici amici veneti sono un passo avanti e le chiamano semplicemente tette.
- Emilia Romagna : Dai film di Gigi & Andrea ci ricordiamo che in Emilia e in Romagna si chiamano sise.
- Toscana : A Firenze e dintorni, da massa a Grosseto, sono poppe.
- Sardegna : Se i sardi hanno una lingua tutta loro, le titte o titta sono universali.
- Umbria : Dal Trasimeno in poi agli uomini piacciono le pocce grandi.
- Marche : Anche qui, come i cugini umbri, le tette sono pocce.
- Lazio : A Roma si comincia a sentire l’influenza dialettale del Sud: ecco che arrivano le zinne.
- Abruzzo : Chissà perché anche qui, come in Emilia, si chiamano sise.
- Molise : Il Molise esiste eccome, ma soprattutto esistono le pocce delle belle molisane.
- Campania : Le donne campane si sa, hanno le zizze grosse, come le mozzarelle. O forse è il contrario?
- Puglia : Passiamo dal Tirreno all’Adriatico, ma anche qui si chiamano zizze o pocce.
- Basilicata : Un nome poco diffuso e conosciuto nel resto d’Italia: menna.
- Calabria : Le donne calabresi, come le campane, hanno sempre un bel paio di minne da mostrare il live cam.
- Sicilia : Finiamo con la terra delle arance e delle donne passionali con le minne e nnenne ben nascoste.
Le domande che seguono vi forniranno anche le risposte
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